Uno dei momenti più attesi del Main Event delle WSOP è avvenuto. La bolla è finamente scoppiata, tutti i giocatori in corsa sono a premio, tra questi anche nove italiani. Spicca Gandini, dentro Castelluccio e Sammartino.
Il momento dello scoppio della bolla in un torneo di poker è sempre quello più carico di pathos. Nessuno vorrebbe trovarsi con poche chip in questa fase, chiunque vorrebbe invece avere tanti gettoni per mettere pressione.
E alla fine, quando la bolla scoppia, si è tutti felici. In particolare quando ci si trova ad affrontare un torneo come il Main Event delle World Series of Poker.
Tutti ad aspettarsi che a lasciare un premio agli altri concorrenti sarebbe stato uno degli short-stack – e non ce ne erano pochi – ma alla fine l’esplosione di gioia l’ha causata un giocatore che in realtà non avrebbe avuto bisogno di forzare.
Il suo nome è Quan Zhou, il quale si presentava a quella che sarebbe diventata la mano decisiva con circa mezzo milione di chip. Ma alla fine, si è trovato senza più nulla in mano. Per la gioia degli altri giocatori ancora in corsa, in particolare quelli che arrancavano con una manciata di ante davanti a sé.
Per lui, come è ormai consuetudine per i giocatori che fanno esplodere la bolla, il ticket per prendere parte al Main Event WSOP dell’anno prossimo. Ma questa può essere tutto fuorchè una consolazione, ripensando anche alla mano giocata.
A fare da carnefice per il buon Quan Zhou è uno dei giocatori più forti in ambito di tornei di poker live, ma anche questa non può essere una consolazione.
Kitai è il carnefice
Andiamo al dettaglio del colpo che ha deciso le sorti di Zhou e che ha interrotto la situazione di empasse e tensione della bolla del Main Event delle WSOP.
Zhou ha giocato la mano decisiva contro Davidi Kitai, uno dei giocatori contro i quali è meno indicato bluffare. Eppure, il noto regular degli high-stakes cinesi si è scontrato con uno dei più forti giocatori in ambito di tornei in Europa.
Senza dubbio Zhou avrebbe potuto usare maggiore parsimonia e intelligenza, ma forse il fatto di ritrovarsi contro uno dei regular più forti del poker live ha fatto salire l'adrenalina del malcapitato ben oltre la soglia consentita.
E in un certo senso, la frittata si è fatta da sola, portando Zhou a lasciare il Main Event WSOP a mani vuote.
In contemporanea anche Roger Campbell era stato eliminato, ma non è stato lui l’uomo bolla in quanto, con ogni probabilità, era in possesso di uno stack superiore a quello di Zhou. Pertanto, il ticket per il WSOP Main Event 2018 è andato proprio al giocatore di chiari origini orientali.
Così, gli altri 1.084 giocatori si sono assicurati almeno 15.000 dollari, tra cui gente che aveva appena un buio oppure, nel caso di Jeff Delcastilho, appena due ante!
Si tratta comunque di giocatori che, ovviamente, non hanno avuto vita troppo lunga oltre lo scoppio della bolla, ma che possono comunque dire di aver piazzato una bandierina in un Main Event delle World Series of Poker.
Stando ai primi conteggi, è Patrick Lavecchia il chipleader al termine del Day 3. I gettoni che ha imbustato il giocatore americano sono ben 1.552.000, leggermente meglio di Pawel Brzeski e di Antoine Saout che hanno chiuso la giornata rispettivamente a quota 1.546.000 e 1.529.000.
A ridosso della Top Ten anche Kenny Hallaert, il quale è riuscito a mettere nella propria busta ben 1.258.000 pezzi, e ha concluso in undicesima posizione.
Questa la top ten ufficiale a fine Day 3:
- Patrick Lavecchia 1,552,000
- Pawel Brzeski 1,546,000
- Antoine Saout 1,529,000
- Jeremiah Fitzpatrick 1,523,000
- Derek Bowers 1,376,000
- Ibrahim Nasief 1,350,000
- Mickey Craft 1,345,000
- Scott Blumstein 1,340,000
- Artan Dedusha 1,288,000
- Greg Dyer 1,276,000
I magnifici nove italiani
In questo novero di oltre mille giocatori, andati tutti a premio e quindi un po' più sereno per il prosieguo del torneo, si è scremato in maniera sensibile il field di giocatori italiani che sono riusciti a sopravvivere al selvaggio Day 3.
Saranno nove quelli che questa sera, quando in Italia saranno le 21, si schiereranno per giocare un Day 4 in cui, prevedibilmente, cadranno tante teste nei primissimi minuti del primo livello di giornata, il sedicesimo.
A guidare il field azzurro è Filippo Gandini, player torinese che è anche l’unico ad aver sfondato il muro del milione di chip. Torino ‘domina’ il pacchetto di mischia italiano con Alessandro Minasi che è a quota 610.000.
Si difendono egregiamente anche Dario Sammartino, Sergio Castelluccio e Max Pescatori. Tutti con uno stack non male: Madgenius ripartirà da 361.000 chip, saranno 310.00 i gettoni per il ‘Genio’, mentre il ‘Pirata’ ha imbustato 242.000 pezzi.
Considerando che il sedicesimo livello è da 4.000/8.000 con 1.000 di ante, tutti e tre stack abbastanza buoni. Esattamente come nel caso di Dario Delpiano, fermo a quota 428.000 chip.
A chiudere il novero degli italiani presenti in corsa, ci pensano Alessandro Borsa (187.000), Flaminio Malaguti (162.000) e Mariano Cafagna, che sarà costretto a risalire da quota 86.000.
Per questi ultimi giocatori sarà complicato scalare la montagna, considerando il numero non cospicuo di big blind a disposizione.
Sono purtroppo usciti di scena gli altri tredici giocatori italiani che speravano di poter avanzare in questo Main Event delle WSOP. Spiccano senza dubbio i nomi di Mustapha Kanit ed Enrico Mosca, con quest'ultimo che ha dovuto lasciare il tavolo quando mancavano appena venti giocatori allo scoppio della bolla.
Salutano il Main Event nel corso del Day 3, e senza aver piazzato la bandierina, anche Paolo Massa, Luca Famea, Walter Treccarichi, Alessandro Meoni, Davide Suriano, Brando Naspetti, Donis Agnelli, Salvatore Bonavena, Antonio Scalzi, Gianluca Irpino e Giulio Mascolo.