Il pro di Winga Poker si racconta a PokerListings durante un break del suo Day1C al WPT di Praga per parlare di successi, tornei, futuro e...paura di perdere il suo braccialetto!
Intervista a Rocco Palumbo
Individuato dalla nostra redazione come possibile rivelazione tra gli italiani alle World Series 2012, Rocco Palumbo è riuscito a vivere ben al di sopra delle aspettative di molti riuscendo a lasciare Las Vegas con uno straordinario braccialetto da campione dell’evento #44 di No Limit Hold’Em.
Scritto il suo nome nella super esclusiva classifica di braccialetti italiani che fino ad allora contava soltantoMax Pescatori, Dario Minieri, Valter Farina e Dario Alioto, Rocco ha continuato a giocare per tutto il 2012 raccogliendo risultati e complimenti da chi continua a vedere in lui uno dei maggiori talenti del poker tricolore.
Ex ragioniere ed ex giocatore di Magic: the Gathering, Palumbo è arrivato a Praga per la doppietta WPT-EPT di dicembre incominciando la sua avventura nel più rocambolesco dei modi: out al Day1a del WPT, gioca un freeroll al casinò e vince un posto al day1c - like a boss.
Proprio nel corso del terzo Day1 del WPT Praga, il nostro collega Dirk Oetzmann della versione tedesca di PokerListings (che nella terra della Signora Merkel opera con il nome di PokerZeit) è riuscito a prenderlo da parte e bombardarlo con queste domande:
PokerListings: Beh, Rocco, con un braccialetto WSOP in bacheca penso si possa dire che questo sia stato l’anno migliore della tua carriera. Ti va di riassumerlo un po’?
Rocco Palumbo: A dire la verità, l’anno stava già andando molto bene prima di Vegas. Certo, poi l’arrivo del braccialetto ha reso tutto ancora più prezioso. Più speciale.
E non solo per i soldi che sono riuscito a vincere: sono molto felice del modo in cui ho giocato e di quello che sto facendo. Quindi, insomma, se prima del braccialetto ero già felice…dopo Vegas sono diventato molto, molto felice.
E, cosa dici: pensi di poter continuare sullo stesso tono anche l’anno prossimo oppure il 2012 è stato il top ed ora il momento di accontentarsi di quello che è stato?
Beh, so bene che questa serie di risultati non può durare per sempre. Quando le cose cominciano ad andare molto bene, è normale sperare di continuare con risultati sempre di alto livello.
Certo, mi piacerebbe vincere ancora - magari pure un secondo braccialetto, ma so bene che anche se tutto sta andando nel modo giusto ora, prima o poi potrebbe cominciare ad andare esattamente nella maniera opposta.
Vincere piace a tutti. Ma spesso le cose cambiano quando i risultati smettono di arrivare. Pensi di poter convivere con un’eventuale crisi di risultati dopo questo bellissimo 2012?
Ho avuto una brutta annata già nel 2011 con un downswing terribile che mi ha fatto capire che, sì, posso resistere anche a momenti di quel genere. Il problema, sinceramente, è che dopo le belle vittorie di quest’anno non sono sicuro le cose siano rimaste le stesse.
Insomma, la paura di esser stato un po’viziato dai risultati e di fare fatica ad assimilare qualche sconfitta potrebbe esserci. Non lo nego.
Parlaci del tuo 2013. Hai già dei piani precisi o sei uno di quei giocatori che non pensa mai a quello che farà da qui alle prossime due settimane?
Parteciperò senza dubbio alle WSOP 2013 e, visto quanto mi piacciono anche i tornei del circuito EPT, cercherò di giocarne quanti più possibile.
A parte questo, i tornei in Italia sono abbastanza “soft” – e visto che vivo a Genova, posso sempre andare a Sanremo per giocare ogni volta che ne ho voglia.
Parlando in generale, comunque, ti dico che mi piace sempre giocare nei tornei. Mi diverto.
Quindi pensi di fermarti qui a Praga anche per l’European Poker Tour?
Si, rimarrò per l’EPT e penso giocherò quanti più eventi possibile a parte l’high roller con buy in da 20K.
Normalmente mi piace molto anche giocare i side event, penso siano una parte importante di festival come quelli che organizza l’EPT.
Poi, diciamocelo, se da una parte non rischi mai di perdere troppo, dall’altra ti basta riuscire a vincerne uno per portare a casa 30mila, 40mila Euro e chiudere l’evento in pareggio quando non addirittura con un piccolo profitto.
Proviamo a paragonare evento internazionali come quello di Praga con i tornei italiani. Che differenze vedi?
I tornei internazionali sono più grandi, con giocatori spesso più bravi, sono più divertenti. Insomma, per dirla tutta…sono semplicemente tornei migliori.
I tornei in Italia hanno un field più soft – e visto che tutti mi conoscono, non è sempre facilissimo.
Stai dicendo che pensi di avere un vantaggio giocando qui, dove molti player non sanno chi sei?
Assolutamente si. I regular internazionali mi conoscono, è chiaro, ma ci sono tantissimi altri player che non hanno idea di chi io sia…e questo è un grande vantaggio per me.
Passiamo un momento all’attualità peggiore. Che mi dici della storia di Theo Jorgensen? Hai Sentito che è successo?
Apparentemente molte persone pensano che noi poker player stiamo sempre in giro con le tasche strapiene di contante. So bene che anche dei miei amici hanno la stessa idea su di me.
E sbagliano?
Certo. Io, ad esempio, uso la carta di credito ogni volta che posso. Certo, in festival come questo di Praga devi sempre avere un po’di contante per i tornei, ma certamente non lo tieni tutto nella camera dell’hotel.
Però, insomma, tu hai un braccialetto WSOP in casa e vivi a Genova…che, perdonami, non è la città più sicura del mondo. Ti capita mai di avere paura?
Si, capita. Spesso, quando devo andare a rilasciare interviste in giro per l’Italia, mi viene chiesto di portare il braccialetto con me – e delle volte mi capita di pensare che magari potrebbe succedere qualcosa.
Telegrafico. Avete parlato del fatto di Jorgensen tra player…o si è preferito provare ad ignorare il fattaccio?
No, non ne abbiamo parlato molto tra di noi. In fondo siamo venuti qui per giocarci un WPT.