Giada Fang, ‘Actaru5’ e Pier Paolo Fabretti non giocheranno più i prossimi eventi live e online con la patch e con i gradi di ‘addetti ai lavori’ per conto di PokerStars.
La notizia è di quelle che fanno scalpore, anche se forse prima o poi ce lo si sarebbe potuto aspettare, viste le grandi novità portate in casa PokerStars da quando c’è stato il passaggio di consegne nelle mani di Amaya.
La poker room della picca rossa, infatti, ha deciso di smantellare il Team Pro online per quanto riguarda il nostro Paese. E sono soprattutto tre giocatori a patirne le conseguenze.
Giada Fang, ‘Actaru5’ e Pier Paolo Fabretti, infatti, non potranno più giocare nessun evento live e online rappresentando la poker room dell’Isola di Man a partire da questa settimana.
Italia sempre più all’angolo
Di fatto, quella di smantellare il Team Pro online è l’ennesima decisione che colpisce, almeno sul fronte di PokerStars, il movimento pokeristico nel nostro Paese.
L’Italia, infatti, difficilmente quest’anno ospiterà degli eventi live dopo la nuova composizione dei calendari in seguito alla riforma portata avanti dai nuovi vertici della room, con la nascita dei PokerStars Championship e dei Festival.
Italia, dunque, messa sempre più all’angolo dai vertici della poker room della picca rossa. Forse alla luce dei numeri emersi nelle ultime settimane sul fronte dell’online, e degli ultimi eventi disputati dal vivo.
Traffico in leggero ma costante calo sui tavoli di PokerStars nel nostro Paese, qualche centinaio di presenze negli ultimi eventi live, come ad esempio la doppia tappa di Saint Vincent (a maggio e ad agosto del 2016) a dire il vero poco frequentata.
La scelta di allargare gli orizzonti da parte di PokerStars, dunque, penalizza in maniera forte il mercato italiano, che come detto verrà rappresentato dal solo Luca Pagano in termini di sponsorizzazione.
Il destino degli ex patchati
A questo punto, resta da capire quale sarà la sorte che capiterà ai giocatori che di fatto sono rimasti privati all’improvviso della sponsorizzazione targata PokerStars.
Giada Fang non ha perso tempo per rendere pubblica la cosa, con un post pubblicato sabato sera su Facebook che a prima vista poteva apparire come un pesce d’Aprile, ma che in realtà non lo era.
Nessuna reazione pubblica da parte di ‘Actaru5’, mentre per Pier Paolo Fabretti esiste già una sorta di ciambella di salvataggio, visto che dall’inizio del 2017 è la nuova spalla di Andrea Borea in cabina di commento per gli eventi live di PokerStars.
Resta da capire, nel suo caso, se la fine dell’avventura come membro del Team Pro online andrà a coincidere con la scadenza di ogni rapporto lavorativo con la room.
Come detto, solo Luca Pagano è il volto noto della poker room della picca rossa per quanto riguarda l’Italia, oltre a due grinder come Alessandro ‘deneb93’ Pichierri – vincitore della leaderboard nello scorso anno – e ‘totosara_93’ che ha invece vinto la leaderboard mensile.
L' addio di Pagano
Anche Luca Pagano non fa più parte in alcun modo dell’azienda PokerStars. Un annuncio che in un certo senso poteva essere avvertito nell’aria, ma che fa comunque male dal momento in cui è stato dato dal diretto interessato.
Il giocatore nativo di Treviso, in questi quindici anni vissuti sotto l’egida della poker room della picca rossa, ha ricevuto ma soprattutto dato tanto a questa azienda, soprattutto per quanto riguarda il territorio italiano.
Sotto la sua guida, e con un lavoro di un certo spessore svolto tramite la sua società Pagano Events, il poker in Italia ha mantenuto un certo livello negli eventi live, portati avanti fino a un anno fa con la tappa svolta a Malta.
Fu quella, relativa allo scorso mese di ottobre, l’ultima tappa disputata in partnership da PokerStars e da Pagano Events, nonchè l’ultima organizzata dalla poker room dell’Isola di Man per quanto riguarda il territorio italiano.
Italia, terra dimenticata
Da allora – e sono passati quasi otto mesi – l’Italia non ha più organizzato un evento live targato PokerStars.
Non stupisce, dunque, che le strade di Luca Pagano e dell’azienda con cui firmò un contratto di sponsorship nell’ormai lontano 2012, si siano separate.
Anche perchè Luca sta continuando a giocare (ha promesso di farlo “anche più di prima” nella sua lettera di commiato) e nel frattempo sta diventando un manager sempre più affermato in ambito pokeristico.
Lo abbiamo visto schierato, senza particolare successo, sia a Montecarlo che a Sochi, nelle ultime due tappe del PokerStars Championship in ordine cronologico.
Come detto, però, PokerStars si è quasi dimenticata dell’Italia. Il tutto nonostante ci sia grande fame di poker live nel nostro Paese. Un effetto dimostrato proprio nella tappa monegasca, in cui c’è stata una netta invasione italiana, con anche la vittoria di 9 picche tra cui quella di Raffaele Sorrentino nel PSC Main Event.
Spazio a nuove realtà
Il fatto che PokerStars abbia praticamente chiuso i battenti in Italia – e non solo per quel che riguarda il poker live – ha però fatto sì che nuove realtà ne abbiano approfittato per volgere lo sguardo allo stivale.
PartyPoker, giusto per fare un esempio sia efficace che recente, ha deciso di raddoppiare il proprio impegno nel nostro Paese, organizzando ben due fasi di qualificazione per il proprio evento di punta, ovvero il PartyPoker Million.
In primis a Saint Vincent, e poi anche a Sanremo, si sono giocati due grandi eventi che hanno portato anche grandi campioni internazionali, in due casinò prima sedotti e poi abbandonati dalla poker room della picca rossa.
Senza dimenticare i tanti circuiti nazionali, che da anni hanno vissuto all’ombra degli eventi live targati PokerStars, ma che in questi ultimi mesi hanno visto un’impennata sia nel numero che nella qualità degli iscritti.
Chiudiamo con una delle ultime frasi della lettera di Luca: “PaganoEvents continuerà ad organizzare eventi e tornei.. e forse non più solo quelli targati PokerStars”.
Chissà che non ci sia un’apertura a qualcosa di nuovo, magari a doppio filo con il mondo degli eSports, che vede Pagano impegnato come fondatore del TeamQLASH accompagnato da una stella del calibro di Eugene Katchalov.
E il pensiero finisce subito alla grande novità che ha riguardato il poker internazionale, ovvero la rivoluzione in casa GPI effettuata dal suo grande capo, Alexander Dreyfus.