Un nuovo post dell’argentino Leo Fernandez, del team pro PokerStars, ci aiuta a capire come diventare dei pro di poker
Diventare un giocatore professionista e riuscire ( finalmente) a mettere sulla propria maglia la patch di una room importante.
Vedere coronati gli sforzi di anni di grinding e poter viaggiare giocando eventi live in tutta Europa senza doversi più preoccupare del costo di una camera d’albergo.
Vivere di poker, insomma. Il sogno proibito della maggior parte dei giocatori che, soprattutto a giudicare dalle domande che ci arrivano sempre più di frequente qui in redazione, ancora non hanno ben chiari quali siano i requisiti necessari per avere qualche speranza di farcela in un mondo in cui la competizione non è solo altissima.
La competizione è tutto.
Un pro deve vincere. Molto.
Secondo Fernandez è importante che chi vuole diventare un pro di poker capisca fin da subito che vincere qualche torneo non basta a farvi diventare dei giocatori veramente forti.
La differenza tra un campione ed un player che è semplicemente un po’più bravo degli altri sta infatti nel suo esser capaci di vincere con una regolarità da far paura quando gioca le sue partite – che poi queste siano online o live non fa alcuna differenza.
Un giocatore con ambizioni da pro, poi, deve anche essere in grado di capire perché vince al tavolo – razionalizzando al massimo il suo gioco e non lasciando troppo spazio a scuse come “le carte” o “la fortuna” che spesso servono solo a coprire pesanti lacune sulla preparazione teorica del gioco.
Insomma: ancora non vincete il 99% delle partite che giocate? Allora avete due possibilità: o vi perdete d’animo e lasciate perdere...oppure vi mettete al lavoro e provate ad investire nel poker ancora più energie.
Un pro non smette mai d’imparare
Pur sapendo di dire un’ovvietà, il pro di PokerStars non perde occasione di sottolineare come quello dello studio della teoria del gioco e degli aspetti strategici più avanzati sia uno degli elementi più importanti in assoluto per riuscire a strappare (meritandolo) un contratto di sponsorizzazione per giocare a poker.
A parte i nostri irresistibili articoli di strategie poker, la letteratura dedicata al gioco è ricchissima di validi testi come quelli che già qualche tempo fa vi abbiamo segnalato essere i migliori libri di poker in circolazione e di forum e luoghi d’incontro in cui i player discutono del loro modo di vivere e giocare.
Il consiglio di Leo Fernandez per diventare pro, in questo caso, è quello di non lasciarsi mai sfuggire l’occasione di migliorare e considerare anche il gioco del poker come un’attività meritevole di uno studio tanto matto e disperatissimo quanto importante è il contratto di sponsorizzazione che vorreste riuscire a strappare ad una poker room.
Soltanto qualche giorno fa, Lee Davy ha pubblicato un interessante pezzo nel quale spiegava la “dura vita del giocatore di poker” discutendo esattamente dell’importanza della preparazione teorica e del livello di difficoltà di una preparazione tale da far emergere qualcuno al di sopra della media generale.
“Tutti i poker player che conosco lavorano molto duro”, ha scritto Lee riprendendo una sua intervista al campione di cash game e coach Alan Jackson. “Quelli che non lo fanno hanno un talento fuori dal comune...oppure finiscono fuori dal gioco in pochissimo tempo”.
Il che, in altre parole, è come dire: visto che non tutti possiamo esser Maradona, forse sarebbe meglio investissimo di più nello studio e nel confronto con gli altri player che nel pensare di aver ottenuto dei risultati positivi soltanto peché siamo oggettivamente forti.
Un pro non si lascia travolgere dalla confusione
“Ci saranno bad beat. Ci saranno carte maledette. Ed il problema è che nel poker è difficile sapere se si perde per colpa della sfortuna oppure perché si gioca male”, scrive lo stesso Fernandez.
In questo senso, dunque, diventa di fondamentale importanza ricercare in maniera costante un confronto con altri player per scoprire come loro avrebbero giocato la vostra mano X.
Cosa loro avrebbero fatto se si fossero trovati nei vostri panni.
Riuscire a confrontare idee e modi di giocare è infatti – specialmente quando supportato da un’adeguata preparazione teorica – il migliore dei modi per riuscire a migliorare la propria tecnica al tavolo e riuscire a far arrivare quei risultati che, per un pro, non sono mai frutto del caso.
Dagli scacchi al poker professionistico
Prima di diventare famoso come giocatore professionista di poker, l'argentino Leo Fernandez era un giocatore di scacchi, disciplina che lo ha affascinato fin da bambino e in cui vanta un passato da semi-professionista. Dopo aver appreso il gioco a soli cinque anni e tutt'oggi è ancora un giocatore molto quotato.
Dopo essersi cimentato con il poker in modo amatoriale, Leo ha iniziato a fare sul serio a partire dal 2004, sfruttando al meglio le abilità e il talento acquisiti giocando a scacchi e a backgammon e trasferendoli sui tavoli da poker. Applicando al poker sia concetti matematici che strategie legate al linguaggio del corpo, Leo ha iniziato a giocare nel circuito internazionale nel 2005, consapevole di potere utilizzare il suo approccio analitico al gioco per guadagnare con il poker. Nel 2009 è entrato a far parte del team pro di PokerStars, composto da giocatori che giocano anche online e che rappresentano PokerStars agli eventi live. Di questo team fanno parte in genere giocatori che hanno già raggiunto un certo livello di fama e una eccellente reputazione nel mondo del poker, sia nei confronti del pubblico che degli stessi giocatori.
Dopo ottimi risultati ottenuti in numerosi tornei in Sud America, al World Poker Tour e a diverse edizioni delle World Series of Poker, nell'ottobre 2009 Leo ha ottenuto un quinto posto nell'evento High Roller da £20.000 dell'EPT di Londra vincendo $165,563, mentre ha ottenuto il premio più alto della sua carriera nell'evento High Roller da $25.000 al PokerStars Caribbean Adventure (PCA) del 2011, terminando al secondo posto e portando a casa la somma di $554,924. Nel settembre 2012 ha poi raggiunto il primo posto al Main Evento del LAPT (Latin America Poker Tournaments) di Panama, aggiudicansodi un premio di $171,930.