Comunque vada il gioco, loro ci guadagnano sempre: pur restando in ombra, i dealer contribuiscono in maniera determinante alla buona riuscita di un torneo o di una partita di poker.
Per svolgere questo lavoro occorrono però un’ottima manualità con le carte, la conoscenza di questo gioco nelle sue varianti e saper reggere lo stress per tante ore di seguito. A questo si aggiungono i turni di notte e la capacità di gestire i clienti molesti.
Un dealer eccellente
Anche Max Pescatori ha intrapreso questa strada prima di diventare giocatore professionista.
A 23 anni, recatosi a Las Vegas per una grande fiera di videogiochi, è entrato in un casinò tuffandosi a capofitto nella sua passione. “Sono tornato a casa e ho detto ai miei genitori: voglio andare a vivere a Las Vegas, faccio il croupier – ha raccontato Pescatori al giornalista Pif in una puntata del Testimone dedicata al mondo del poker -. Non mi ricordo le reazioni, ma sono state abbastanza dure. Ho venduto la macchina, comprata con la liquidazione del lavoro e sono partito per Las Vegas”.
Dopo aver frequentato la scuola, Max Pescatori comincia a lavorare in un casinò: “La cosa che non amavo dei croupier a Las Vegas è che devi intrattenere il cliente – ha affermato il professionista -. Magari ti capitava qualcuno che aveva perso tanti soldi e non aveva nessuna voglia di socializzare. Per arrontondare lo stipendio giocavo a poker”. Invogliato dai primi successi, Pescatori ha deciso quindi di dedicarsi completamente al gioco.
Mano sfortunata? E’ colpa del dealer
Nel corso della stessa puntata Pif intervista anche Federica, una dealer della finale del Saint Vincent Poker Grand Prix: “A volte i giocatori ci danno la colpa se non sono fortunati” aveva riferito la giovane romana.
Un settore in espansione
Ma è semplice trovare lavoro in questo settore? “Il mercato del gioco d’azzardo è sempre in espansione e mancano professionisti specializzati – afferma Stefano Melani, coordinatore tecnico del Centro formazione croupier -.
I percorsi formativi di dealer e croupier che proponiamo si differenziano nel costo, più ridotto per i dealer, e nel numero di ore. Il croupier lavora generalmente con contratto, mentre il dealer no. Pur non avendo tantissimo mercato, i dealer possono essere impiegati in vario modo: la maggior parte di loro lavora in barba alle leggi nei circoli presenti in tutta Italia, a 8-10 euro all’ora e in nero.
Un dealer al primo impiego può guadagnare 6-10 euro l’ora, mentre un croupier tra i dieci e i 40 euro: la tariffa dipende, oltre che dalle mance, dal casinò e dal Paese nel quale lavori”.
Solo i più bravi sono in regola
I più bravi sono inseriti dalla scuola di Melani nei circuiti dei grandi eventi e tornei che si svolgono nei casinò ufficiali: “Per la maggior parte di loro – prosegue Melani - si tratta di un rapporto di lavoro occasionale, perché vengono arruolati solo in caso di necessità durante gli eventi di maggior richiamo.
La retribuzione è comunque molto buona anche se si lavora in trasferta. Il nostro centro organizza anche moltissime feste aziendali ed eventi privati, nei quali il ricavato delle fiches viene devoluto a favore di progetti benefici.
Tre anni fa, in occasione dell’apertura della nuova poker room a Venezia a cura di Tilt events, abbiamo messo a disposizione alcuni nostri allievi, che ancora oggi lavorano con partita Iva presso la sede di Ca’ Noghera.
Collaboriamo anche con l’Inghilterra, la Francia e la Svizzera e con importanti piattaforme online. Tutti trovano lavoro a un mese dalla fine dei corsi”.
I dealer italiani? Socievoli ma non sanno l’inglese
I dealer, spiega Melani, ma soprattutto i croupier italiani sono molto apprezzati per il carattere socievole e solare: “Come si può immaginare, in questo lavoro il rapporto con la clientela è fondamentale” commenta il croupier. Molti professionisti del settore cercano fortuna nel Regno Unito.
“Una volta terminato il corso del Cpc – aggiunge Melani - diversi ragazzi si recano a Londra, dove attraverso la scuola viene loro fornita l’opportunità di lavorare con clienti di tutte le nazionalità.
Al loro arrivo in Gran Bretagna, però, parecchi colleghi si rendono conto che il loro livello di conoscenza della lingua è inadeguato. I casinò ti lasciano il tempo per perfezionarti, ma se non lo fai possono ovviamente licenziarti: al tavolo la comunicazione è fondamentale.
Per frequentare la nostra scuola, comunque, è necessaria una base scolastica di inglese o francese”.
Una scuola selettiva
Ai suoi aspiranti allievi, dai 18 ai 40 anni, Cfc chiede di partecipare a una giornata di selezione.
“In questa occasione – afferma Melani - gratuitamente e senza impegno, valutiamo l’attitudine del candidato, che in caso negativo non viene ammesso. Si tratta di prove molto semplici di logica e manualità, per le quali non occorre prepararsi o avere conoscenze pregresse.
Nel percorso formativo sono previste nozioni di inglese tecnico e di terminologia. Alcune lezioni sono in lingua, per chi è in grado di affrontarle. In questo lavoro la conoscenza del tedesco è molto ricercata, ma bisogna anche abituarsi al cinese...
All’inizio si lavora sempre in affiancamento: i nostri allievi, in particolare, cominciano già con un contratto pieno, senza bisogno di stage. Abituarsi a nuovi orari? Beh, per molti il lavoro notturno è una benedizione, perché si è liberi di giorno.
Ma se proprio non si riesce ad adattarsi, in alcuni casinò aperti 24 ore al giorno si può lavorare durante il turno ‘del cimitero’, dalle 6.30 alle 14.30, che tra l’altro non è molto richiesto dai croupier”.
Croupier in crociera
Anche sulle navi da crociera è richiesta la figura del dealer e qui le paghe non sono affatto malvage, senza contare che si può girare il mondo lavorando sempre a bordo di una nave.
Ma cosa cambia realmente? Alcuni sostengono che la clientela sulle navi da crociera sia più tranquilla, essendo costituita prevalentemente da giocatori occasionali.
Negli ultimi anni, però, anche le sale da gioco a bordo dei natanti si sono attrezzate per i clienti high roller, prevedendo la possibilità di giocare puntate più alte. Una tipologia di clienti diversa dai crocieristi è costituita dai frequentatori dei casinò galleggianti, barche o più spesso yacht attrezzati che organizzano giri in alto mare di poche ore o di una notte intera, giusto il tempo per consentire ai clienti di giocare.
Navigando spesso in acque internazionali o comunque oltre i confini dello Stato di appartenenza, possono beneficiare di una normativa meno rigida in materia di gioco d’azzardo.
Diversi natanti di questo tipo attraccano ai porti di India, Singapore e Stati Uniti. Anche in Florida vi sono “floating casinos” (casinò galleggianti) che organizzano viaggi di una sola notte al di fuori delle acque territoriali. Strutture analoghe sono in funzione anche a Goa (India), sul fiume Mandovi.
“In acque internazionali il gioco d’azzardo è consentito purché si tratti di una nave adibita al trasporto di passeggeri e iscritta al Registro Internazionale” afferma Marcello Cascone, direttore della scuola per croupier di Torino Gaming School.
“Personalmente non ho mai lavorato a bordo di navi da crociera - spiega Cascone -. Non rientrava nei miei interessi. Gli stipendi possono variare da compagnia a compagnia: generalmente si va da un minimo di mille euro al mese per arrivare a cifre più elevate”.
Una parte considerevole dei guadagni è costituita dalle mance: “Variano a seconda della clientela e della tratta che si percorre e possono essere anche molto cospicue – prosegue il direttore di Gaming school -.
L’ambiente lavorativo è sicuramente piacevole. I coupier a bordo non sono considerati come staff e godono di maggiori privilegi: per esempio, possono scendere a terra ogni volta che la nave attracca e vivono in una parte della nave situata più in alto rispetto a quella dove generalmente alloggiano gli altri dipendenti. Vitto e alloggio sono sempre compresi nel contratto di lavoro”.
La clientela delle sale da gioco a bordo delle navi è piuttosto variegata: “Vi sono giocatori occasionali ma anche professionisti – prosegue Cascone -. Le compagnie di crociera o le società delegate alla gestione delle case da gioco sulle navi si avvalgono spesso del supporto di agenzie le quali, tra i vari servizi, reclutano giocatori professionisti da ospitare a bordo. Questi ultimi possono beneficiare di numerose agevolazioni a seconda del volume di gioco creato”.
Gli stranieri? Costano meno
Nei giorni successivi al naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio un quotidiano online aveva riferito che le compagnie preferiscono spesso assoldare cittadini stranieri perché risulta meno onerosa la previdenza (accordi internazionali consentirebbero di fare riferimento al Paese di origine del lavoratore).
Proprio la varietà di lingue, secondo alcuni, avrebbe rallentato le operazioni di soccorso a bordo della Concordia (diversi addetti non capivano l’italiano). Gli stipendi dei dealer e degli addetti alla riparazione delle slot machine sulla Concordia, riportava sempre lo stesso sito, ammontavano attorno ai 2mila dollari. Poco meno quindi dei parrucchieri (2500 dollari e oltre), anche se questi ultimi avevano meno possibilità di integrare il loro reddito con le mance. Il valore di queste figure professionali, che a volte si trovano alle dipendenze di una società esterna, è insito nella loro capacità di portare denaro extra all’azienda.
La sicurezza su Costa Crociere
Sempre nei giorni del naufragio della Concordia, un quotidiano locale di Mantova ha intervistato un croupier di quarant’anni che aveva prestato servizio su un’altra nave del gruppo, la Costa Romantica. A suo dire, alla fine degli anni Novanta era più facile essere assoldati a bordo delle navi piuttosto che nei casinò.
La vita del dealer di bordo, però, era per un po’ troppo monotona per i suoi gusti e dopo questa parentesi Andrea B. ha deciso di prestare servizio sulla terraferma. Il croupier mantovano ha comunque difeso l’operato dell’equipaggio e la scrupolosità con la quale sarebbero state messe in atto le procedure riguardanti la sicurezza sulle navi di Costa Crociere.
Nave o palazzo?
I dealer che vogliono conciliare la vita di bordo con quella sulla terraferma possono inviare il loro curriculum al Marina Bay Sands di Singapore: l’inusuale struttura architettonica che ospita il casinò resort consta di tre grattacieli sormontati da una grande nave.
Il complesso, progettato dall’architetto israelo-canadese Moshe Safdie, è stato inaugurato nel 2010. Al suo interno trovano spazio, oltre all’albergo e al casinò, un centro convegni, un centro commerciale, un museo di arte e scienza, due teatri, sette ristoranti, due padiglioni di cristallo galleggianti e una pista di pattinaggio.
A bordo della barca-piattaforma, chiamata SkyPark, si trovano, tra l’altro, giardini pensili, bar, ristoranti e una spettacolare piscina a bordo sfioratore (la più alta del mondo): l’acqua, a livello della pavimentazione, tracima dalla vasca e viene convogliata all’interno di apposite strutture situate sotto il pavimento.