Fin dalla seconda metà del Novecento, la storia di Las Vegas è intrecciata a doppio filo con quella della mafia, tant’è che a quest’ultima è stato dedicato persino un museo.
Alcuni ritengono che “Sin city” (città del peccato, così è stata ribattezzata) deve la sua fortuna anche alla forte cultura protestante degli Stati Uniti, che tenderebbe a confinare i comportamenti sopra le righe in spazi ben determinati.
Ripercorriamo insieme la vicenda di Las Vegas fin dalle sue origini, quando ancora nella città non era radicata la presenza della criminalità organizzata.
Le Origini di Las Vegas
Natale 1829: Il mercante messicano Antonio Arminjo si stabilisce con la sua carovana di 60 uomini lungo l’Old Spanish Trail, il sentiero per Los Angeles, California, a cento miglia di distanza dall’attuale Las Vegas.
Un gruppo di esploratori si muove verso ovest alla ricerca di acqua. In quell’occasione il giovane e inesperto Raphael Rivera lascia gran parte del gruppo per avventurarsi in un’area inesplorata, a ovest del fiume Colorado, in cerca di una scorciatoia. Dopo due settimane, scopre la vena artesiana Las Vegas Springs: il messicano Rivera è la prima persona a mettere piede nella valle di Las Vegas.
Raggiunto un altopiano, il ragazzo scorge dall’alto una fertile pianura. Rivera ritorna dai suoi compagni e li guida verso la valle.Il luogo sarà chiamato “Las Vegas”, espressione che in spagnolo viene tradotta come prati o pianure fertili. La presenza dell’acqua sorgiva era conosciuta dai nativi americani, i cui insediamenti risalgono ad almeno 5mila anni fa. Le prime popolazioni nomadi paleo-indiane potrebbero aver abitato la zona circa 10mila anni fa. A queste seguirono, circa 2mila anni fa, le tribù Anasazi e Paiute.
13 maggio 1844 Durante una spedizione nel west John Charles Frèmont si stabilisce a Las Vegas Springs. Politico, esploratore e ufficiale militare, John Freemont fu il primo candidato del Partito Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti contrario alla schiavitù. I suoi scritti contribuirono ad attrarre nuovi pionieri nella zona. Alla primavera del 1844 risale anche la permanenza di Kit Karson a Las Vegas Springs.
1855 Per la sua posizione strategica a metà strada tra Salt Lake City e Los Angeles, Las Vegas viene scelta dai mormoni per erigervi un forte da adibire alla raccolta di viveri. La struttura verrà abbandonata diversi anni dopo: ciò che rimane è ancora visibile all’angolo tra la Las Vegas Boulevard e la Washinghton Avenue.
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Las Vegas inizia a prendere forma
1905 E’ l’anno di fondazione di Las Vegas, con la messa all’asta di 110 ettari di terreno di fianco ai binari ferroviari della Union Pacific, area che diventerà in futuro il centro cittadino.
1911 Las Vegas viene riconosciuta come città con l’adozione di una prima carta di diritto pubblico.
1931 E’ sufficiente essere residenti a Las Vegas da sei settimane per ottenere il divorzio. In Nevada viene legalizzato il gioco d’azzardo. Sempre nel ’31, nelle vicinanze di Las Vegas, sul confine tra Arizona e Nevada cominciano i lavori della diga di Hoover, per la cui realizzazione furono impiegate migliaia di persone: più di cento ne morirono durante i lavori, terminati nel ‘35. La presenza in loco di un numero così cospicuo di maestranze contribuì a mitigare gli effetti della Grande Depressione. Nello stesso anno Bugsy Siegel, criminale legato al sindacato ebraico, partecipa all’assassinio del boss Joe Masseria organizzato da Lucky Luciano a New York.
1941 Viene fondata a Las Vegas la scuola di artiglieria dell’aeronautica in forza all’esercito. Attualmente conosciuta con il nome di Nellis Air Force Base, la struttura ospita la squadra di volo acrobatico “Thunderbirds”.
1945 Impegnato già da qualche anno a seguire il giro del gioco d’azzardo in California, Siegel ottiene finanziamenti per la realizzazione dell’hotel-casinò Flamingo a Las Vegas, tutt’ora in funzione. La struttura costa 6 milioni di euro anziché il milione e mezzo preventivato, a causa di una gestione sconsiderata e poco trasparente da parte di Siegel. Negli anni a seguire il Flamingo diventerà un modello per altri resort legati alla malavita, come Thunderbird, Desert Inn, Sahara, Sands, Dunes, Riviera, Tropicana e Stardust. Diversi di questi saranno finanziati attraverso il fondo pensionistico Teamsters Central States Pension Fund.
1947 Dopo sei mesi di attività del Flamingo, Siegel viene assassinato in una sparatoria a Beverly Hills, California, dove abita la sua fidanzata. Pare che siano stati gli stessi suoi colleghi, tra i quali l’amico d’infanzia Meyer Lansky, a ordinarne l’uccisione.
15 novembre 1950 Il senatore democratico Estes Kefauver porta la sua commissione sul crimine organizzato a Las Vegas, la quale si riunisce nel vecchio edificio federale del centro cittadino, ora sede del Museo della mafia (vedi dopo). Moe Dalitz, legato a Lansky, è a capo del gruppo di investitori impegnati nella costruzione del Desert Inn. E’ uno dei primi uomini che la commissione vuole interrogare: riuscirà a evitare di essere messo sotto torchio, anche se poi si recherà a Detroit per testimoniare.
1951 Nell’ambito di esperimenti nucleari, viene fatta espodere la prima bomba atomica all’interno del Nevada test site, a 105 chilometri a nord-ovest di Las Vegas. I funghi atomici saranno visibili dalla città del gioco fino al 1963, quando il Trattato sulla messa al bando parziale dei test renderà possibile esclusivamente gli esperimenti sottoterra.
24 maggio 1955 Apre l’hotel-casinò “Moulin Rouge”, il primo a consentire l’integrazione razziale tra bianchi e neri (vedi paragrafo dedicato).
1959 La designer Betty Willis crea il famoso cartello ‘Welcome to Las Vegas’, che non registrò mai come marchio. Nel 2006 Bryan Berg ne realizzerà una copia impiegando carte da gioco, dadi, fiches e legno.
L'espansione degli Anni' 60
Las Vegas si espande ulteriormente grazie a potenti investitori come Howard Hughes. Il gioco d’azzardo passa a essere considerato sempre più come semplice gioco, raggiungendo lo status di attività legale. In questi anni viene istituita la Lista delle persone escluse, meglio conosciuta come il ‘Libro nero’ delle persone non ammesse nei casinò. John Fitzegerald Kennedy e suo fratello Robert, procuratore generale, danno luogo a un programma di repressione della criminalità organizzata che prevede anche intercettazioni nelle sale da gioco.
1966 Con il denaro del fondo Teamsters Jay Sarno apre il Caesars Palace (due anni più tardi sarà la volta del Circus Circus).
Fine anni ’60 il miliardario Howard Hughes acquista il Desert Inn e altri casinò, sottraendoli alla malavita.
1969 Il Nevada approva una legge per facilitare l’acquisizione dei casinò da parte delle compagnie.
1970 Il Racketeer Influenced and Corrupt Organisation Act, emanato durante la presidenza di Richard Nixon, fornisce al Dipartimento di giustizia maggiori strumenti per combattere il crimine organizzato, attraverso la creazione di istituzioni ad hoc.
1971 Antony Spilotro viene inviato a Las Vegas per prendere possesso del racket e dell’usura e della microcriminalità, al tempo gestiti da Marshall Caifano.
Giugno 1986 I corpi martoriati di Antony Spilotro e di Michael, suo fratello minore, vengono ritrovati sepolti in un campo dell’Indiana.
1989 L’imprenditore Steve Winn apre il Mirage, il primo grande resort-casinò in stile polinesiano, raggiungendo all’epoca il costo record di 630 milioni di dollari. Nello stesso anno muore Moe Dalitz.
1995 Nel centro di Las Vegas apre la Fremont Street Experience (vedi paragrafo dedicato).
1997 Herbie Fat Blitzstein, luogotenente e compagno di infanzia di Spilotro, viene assassinato in seguito a un complotto dei mafiosi di Buffalo e Los Angeles, allo scopo di assicurarsi il primato sulle attività di usura.
1999 Oscar Goodman, avvocato difensore di Antony Spilotro, diventa sindaco di Las Vegas: governerà fino al 2011.
2012 Apre il Museo della mafia (vedi paragrafo).
La Las Vegas del cinema
Libri e film contribuirono a far conoscere i legami tra gioco d’azzardo e malavita anche alla gente comune. Nel 1963 Ovid DeMaris, autore di romanzi gialli, e Ed Reid diedero alle stampe “The green felt jungle” (la giungla di feltro verde) nel quale raccontano il lato oscuro della città del gioco e delle interconnessioni tra organizzazioni criminali, prostituzione e politici.
Nel ’72, invece, uscì “Il Padrino” di Francis Ford Coppola (il padrino Don Vito Corleone-Marlon Brando, protagonista del film, deve la sua fortuna anche al gioco d’azzardo).
Sulla vita di Rosenthal ed Antony Spilotro si basa il romanzo “Casino: love and honour in Las Vegas” (1995), dal quale è tratto il film “Casinò” di Martin Scorsese, uscito nello stesso anno. Sempre Scorsese, ha girato “The Aviator” (2004), ispirato alla vita di Howard Huges, imprenditore che investì il suo patrimonio anche a Las Vegas (in realtà nel lungometraggio viene messa maggiormente in luce la sua attività di aviatore e produttore cinematografico).
Nel film “Paura e delirio a Las Vegas” del ’98, infine, il regista Terry Gillian racconta la storia del giornalista Raoul Duke (Johnny Depp) e dell’avvocato Mr. Gonzo (Benicio Del Toro) che nel ’71 arrivano alla città del gioco con una decappottabile rossa.
Duke dovrebbe scrivere un articolo su una corsa motociclistica che si svolge nel deserto, ma in realtà i due amici trascorrono questi giorni sperimentando ogni tipo di eccesso.
Sinatra e la città del gioco
Se i legami con la malavita restano un tema ancora da chiarire (il diretto interessato si proclamò sempre estraneo a queste vicende), certo è che la città di Las Vegas rivestì grande importanza nella vita del cantante Francis Albert Sinatra (1915-1998).
Tra le esibizioni nella città del gioco, vanno ricordate quelle degli anni Cinquanta con il gruppo di amici-colleghi soprannominato ‘Rat pack’ (branco di ratti), formato, oltre che da Sinatra, anche da Dean Martin, Sammy Davis Jr., Joey Bishop e Peter Lawford.
Sempre a Las Vegas, Sinatra tenne numerosi concerti, tra i quali si ricordano le serate al Caesars Palace, al Desert Inn, al Riviera Hotel e all’MGM Grand. Al Caesar Palace l’artista italoamericano venne festeggiato a sopresa nel ’79 alla presenza di diverse star di Holliwood in occasione dei quarant’anni di carriera.
A Las Vegas è anche ambientato il film ‘Colpo grosso’ (titolo originale Ocean’s eleven), interpretato dal Rat Pack e diretto da Lewis Milestone, che contribuì ad accrescere la popolarità del gruppo di Sinatra.
‘The Voice’ ricopre il ruolo del bandito Danny Ocean, che con dieci amici cerca di svaligiare cinque casinò di Las Vegas. Nel 2001 Steven Soderberg girò un celebre remake della pellicola che annovera tra il cast George Clooney, Brad Pitt, Matt Damon, Andy Garcia e Julia Roberts.
Relazioni pericolose
Pare che ‘The Voice’ abbia cominciato ad avere rapporti con la mafia nel ’46, durante un party di gala svoltosi a L’Avana (Cuba). Nel ’53 Sinatra interpretò il ruolo del soldato Angelo Maggio nel film “Da qui all’eternità” di Fred Zinnemann: i giornali scrissero che aveva ottenuto la parte per intercessione del boss John Rosselli, una tesi che però non trovò conferme in seguito.
Sinatra fu anche oggetto di un fascicolo di 2403 pagine quando l’FBI era guidata da John Edgar Hoover, direttore del Federal Bureau of Investigation dal ’35 al ’72 (nel 2011 è uscito un film sulla vita di Hoover con Leonardo di Caprio e diretto da Clint Eastwood).
Sinatra e la tigre (di Cremona)
Sinatra nutriva una profonda stima per Mina: in vista di un suo possibile ritiro dalle scene, aveva previsto una tournè con la cantante cremonese. Pare quindi che abbia affidato al mafioso Joe Adonis il compito di recarsi a Milano con il contratto per Mina, che però in quel periodo era malata. Adonis, quindi, preferì rinunciare al progetto.
Nell’81, durante un processo nel quale era stato chiamato a testimoniare, spuntò una foto di “The Voice” in posa insieme a noti esponenti della malavita: il cantante riferì che era difficile appurare i trascorsi penali di tutte le persone con le quali si faceva fotografare.
Nel ’73 Sinatra si esibì alla Casa Bianca davanti al presidente statunitense Richard Nixon e al presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti. Nell’86, invece, sarà l’allora premier italiano Bettino Craxi a seguirlo in prima fila in occasione del concerto che Sinatra tenne al Palatrussardi di Milano: l’esibizione registrò il tutto esaurito, con 9mila spettatori e 8 milioni di telespettatori che seguirono la diretta Rai. Il 14 maggio del ’98 il cantante fu stroncato dal quarto infarto: in occasione della sua morte, le luci di Las Vegas si spensero in suo onore.
La segregazione razziale
Quando aprì il Moulin Rouge, il primo casinò che consentì l’ingresso alle persone di colore, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta la posizione delle case da gioco in tema di segregazione razziale si ammorbidì gradualmente.
Fino ad allora l’accesso ai casinò della strip era stato off-limit per i neri, pur facendo parte questi ultimi del personale artistico e di servizio. Diversi artisti di colore dopo essersi esibiti in altri hotel soggiornavano al Moulin Rouge.
La presenza all’interno del Rat Pack dell’attore Sammy Davis Jr. contribuì ad abbattere gli steccati: anche in segno di solidarietà verso il collega, gli altri membri si rifiutarono di esibirsi nei locali che adottavano politiche di segregazione.
La Fremont street experience
Il centro commerciale Freemont Street Experience, inaugurato nel ’95, occupa i cinque isolati più a ovest della via omonima, le strade adiacenti per alcuni tratti e l’area un tempo soprannominata Glitter Gulch (in italiano “gola luccicante”, per la presenza di numerose e appariscenti insegne al neon).
I visitatori passano sotto una volta illuminata alta 27 metri e lunga 460. Ogni ora si spengono le luci e va in scena uno spettacolo. L’opera è stata voluta dai casinò e dagli operatori del centro cittadino che si sono consorziati per rivitalizzare la zona: nel ’92 il baricentro degli affari era decisamente spostato verso la Strip, dal momento che l’80 per cento degli introiti veniva realizzato lungo l’arteria principale della città del gioco.
Il progetto prevedeva al posto della Freemont Experience una navicella spaziale Enterprise a grandezza naturale, ma la Paramount non approvò.
I mafiosi hanno il loro museo
Promosso per iniziativa del sindaco Oscar Goodman, il museo della mafia ha aperto i battenti il 14 febbraio del 2012. Proprio nello stesso giorno del ’29 si consumò a Chicago la celebre strage di San Valentino, nel corso della quale la banda di Al Capone uccise sette uomini di Bugsy Moran. Moran, unico supersite, fuggì, e Capone si guadagnò la supremazia su Chicago.
Realizzato all’interno dello stabile che ospitava la Corte Federale e l’ex ufficio postale (l’edificio fu venduto nel 2000 dal Governo Federale alla città per un dollaro), il Mob Museum è dedicato alla ciminalità organizzata statunitense e alla sua storia, così come alle iniziative di contrasto al fenomeno intraprese dalle forze dell’ordine.