Il miliardario Bill Klein sfida il pro Matt Kirk e ci dimostra come ci si trova a nuotare in una vasca di squali, nel piatto più ricco del Poker After Dark.
La comunità mondiale del poker ha potuto finalmente assistere alle nuove puntate del "Poker After Dark" con una certa attesa.
I primi episodi hanno visto all'opera campioni come Tom Dwan, Antonio Esfandiari, Daniel Negreanu e tanti altri, che hanno dato vita a dei tavoli spettacolari.
Nell'episodio che andremo ad osservare, oltre a Dwan, troviamo Jean-Robert Bellande, Andrew Robl, Matt Kirk tra i professionisti, mentre gli amatori sono Lauren Roberts e il ricchissimo Bill Klein.
Dal flop al river
Ci sono sei giocatori al tavolo, il livello è da 200/400 dollari, con straddle e doppio straddle che sono particolarmente usuali.
È il caso di questa mano. Matt Kirk mette lo straddle da 800 dollari, mentre Tom Dwan mette il doppio straddle da 1.600.
Lauren Roberts, che gioca con 365.000 dollari, apre dalla prima posizione a 5.000 dollari. Folda Robl, mentre Klein che gioca con 486.000 dollari gioca da small blind e con
A A A A
3-betta a 14.000. Bellande folda da big blind, mentre Matt Kirk che gioca con 482.000 dollari fa call dopo lo straddle. Dwan folda, la Roberts gioca.
Abbiamo tre giocatori al flop, con un pot da 44.400 dollari.
Il flop recita
5 5 4 4 4 4
Klein esce puntando 30.000 dollari, Kirk fa raise fino a 75.000. La Roberts folda e la parola torna a Klein, che va ancora sopra fino a 175.000 dollari. Kirk fa call.
Ora siamo in heads-up, con un pot da 394.000 dollari e stack effettivi da 292.000.
Il turn è un
2 2
Klein va direttamente all-in, Kirk fa snap-call. L'australiano mostra
A A 4 4
Che rimane la mano migliore dopo il river che è un
9 9
Così un pot da 980.000 dollari va a Matt Kirk.
Guarda il video per seguire la mano passo dopo passo
Analisi
L'espressione sul volto di Bill Klein sembra cercare una risposta alla domanda: "Ma quanto sei stato sfortunato?". Di certo, molti spettatori potrebbero essere d'accordo con lui.
Non c'è dubbio sul fatto che ci sia stata sfortuna, e che sia molto brutto vedere la miglior mano di partenza del poker essere sconfitta da una starting hand dominata ma già in vantaggio al flop. Tuttavia, avere gli assi e perdere tutto lo stack non è solo un segno di sfortuna.
Dando uno sguardo più attento alla mano, si possono infatti valutare gli errori fatti da Klein e costati un ammontare clamoroso di denaro.
Il modo di giocare pre-flop non è un grosso problema qua. Lauren Roberts apre e ovviamente Klein 3-betta considerando un tavolo pieno di giocatori loose e la volontà di Bill di vedere tanti call.
Kirk fa call con A-4 suited, la giocata tipica del giocatore loose, ma di certo una giocata non priva di senso. Ci sono stack da oltre 1.000 big blind, ed esistono tante possibilità che mano come A-x suited o le Broadway possano diventare delle monster.
Il momento in cui Kirk demolisce Klein
Il flop
Klein ovviamente c-betta, perchè può ottenere call da tante mani peggiori della sua, tipo un A-Q o coppie più basse. Tuttavia, sta per arrivare una sorpresa.
Matt Kirk risponde raisando per 75.000 dollari che dovrebbe far scattare subito un dubbio nella mente di Klein: "Con che mano sta giocando il mio avversario?".
Un raise può arrivare da un semi-bluff, portato ad esempio con 7-6 o A-3, ma c'è una piccola chance che dall'altra parte ci sia un 4, o addirittura coppia di 4 e di 5.
D'altro canto, Klein potrebbe gestire al meglio un raise ricevuto da coppie di 9 e di 10, con le quali però difficilmente Kirk farebbe raise.
Vi chiederete: "Perchè?". Perchè potrebbe pensare di avere di fronte un A-K dal quale ovviamente non vorrebbe ricevere un fold. Non sarebbe producente per lui.
I buoni giocatori non giocano così. Non amano tramutare in bluff delle buone mani, il che vuol dire solo che solo mani migliori della propria giocherebbero dopo un raise.
Andiamo a valutare il range di Klein per capire se questa mossa ha senso. Dopo aver 3-bettato il flop, può avere mano come coppie dal 9 agli assi, ma anche A-K, A-Q e raramente un bluff.
Se Kirk avesse coppia di 10, forzerebbe tutti i bluff e le mani contenenti overcard a foldare, rendendo la coppia di 9 l'unica mano contro la quale sarebbe ancora in vantaggio.
In ogni caso, Klein decide di rilanciare ancora. La 3-bet sul flop è un chiaro simbolo di forza, tanto che per continuare a giocare raramente sarà utile una mano più debole di coppia di assi. Forse, coppia di re.
Quando Kirk fa call, deve emergere un dilemma nella testa di Klein. Ci sono circa 400.000 dollari nel pot, il che vuol dire che quasi certamente si shoverà al turn o al river, con Klein che giocherà quasi certamente contro mani migliori della sua.
Ma Klein decide di rompere ancora gli indugi e di shovare, probabilmente per uscire definitivamente da questa situazione.
In ogni caso, sarebbe stata una decisione migliore fare semplicemente check-call al flop.
Una linea diversa
Ora andiamo a vedere cosa sarebbe potuto accedere se Klein avesse giocato al flop in maniera corretta. Dopo aver solamente chiamato sul raise di Kirk, il pot sarebbe "solo" di 194.000 dollari, con stack da 392.000 dollari davanti a sè anzichè 192.000.
Klein a quel punto avrebbe checkato al turn, con Kirk che probabilmente avrebbe fatto una puntata tra i 100.000 e i 120.000 dollari. In caso di call, avremmo un pot da oltre 400.000 dollari e stack da 290.000 dollari in gioco.
Klein avrebbe checkato anche al river, vedendo Kirk andare all-in.
Ora, parlando seriamente, quale mano starebbe ancora battendo Klein, se non un bluff? Ovviamente Klein potrebbe mettere tanto bluff nel range di Kirk, ma dovrebbe valutare anche l'opzione del fold e considerare di non avere più la mano migliore.
Una cosa ancor più importante: se Klein avesse seguito questa linea, avrebbe tenuto tutti i bluff in gioco e avrebbe vinto un sacco di soldi, ma avendo 3-bettato al flop ha fatto evaporare tutto il potenziale valore dato dai bluff ancora potenzialmente in gioco.
Conclusioni
In quella che è praticamente una mano da manuale, Klein tiene in considerazione solo le mani che può battere, 3-bettando sia pre-flop che al flop e spendendo una somma di denaro clamorosa.
Matt Kirk, dal canto suo, riesce a far gonfiare il piatto grazie ad un raise dal sapore di bluff, e viene ricompensato in maniera generosa.