Guida per riconoscere tutte le differenze tra poker e blackjack
Alcuni confondono i due giochi, ma poker e blackjack hanno veramente pochi aspetti in comune.
Colin Jones, giocatore professionista di blackjack, sostiene che alcune qualità e caratteristiche che nel Texas hold ‘em sono vincenti possono risultare deleterie nel blackjack e viceversa.
“Non confondeteci con quelli del poker”
“Mi è capitato più volte di prendere parte a qualche festa e di venire presentato erroneamente come un giocatore di poker - scrive Jones in un articolo per il sito Cardplayerlifestyle.com -. Sia il poker che il blackjack richiedono intelligenza, disciplina e nervi d’acciaio. Entrambi consentono, a chi è in possesso di certe qualità, di guadagnare delle belle somme. Evitiamo però di metterli in un unico calderone”. L’articolo di Jones prosegue quindi indicando le differenze tra i due giochi.
Il blackjack? Meglio lontano dai riflettori
Il concetto di notorietà, per esempio, è completamente diverso per i giocatori di poker e quelli di blackjack. Libri, interviste, comparsate televisive: i giocatori di Texas Hold ‘em vedono come un invito a nozze qualsiasi occasione per mettersi in luce. All’opposto, chi si guadagna da vivere “contando le carte” con il blackjack, ossia tenendo a mente quelle già uscite, generalmente ha interesse a mantenere un basso profilo. E’ risaputo che le case da gioco non accolgono a braccia aperte i professionisti del blackjack, mentre invece stendono tappeti rossi a quelli del poker.
A che pro pubblicizzare la propria presenza, far conoscere al mondo le proprie qualità di contatore delle carte, esporre pubblicamente i casinò ‘spennati’ grazie a una tecnica di certo non illegale, ma comunque fortemente avversa alle sale da gioco stesse?
Pagati per non giocare
Un testo cult per gli appassionati di blackjack è “Beat the dealer”, scritto negli anni Sessanta dal matematico statunitense Edward Oakley Thorp, classe 1932. In quanto membro della “Blackjack Hall of Fame” del casinò Barona, Thorp può beneficiare insieme ad altre poche persone di pernottamenti in suite, vitto, consumazioni e alloggi gratuiti a patto di non giocare ai tavoli del “Barona”. Ma è lecito contare le carte? Oggi come un tempo la questione è oggetto di discussione. Sicuramente, come detto, si tratta di una pratica legale ma i casinò, essendo proprietà private, possono a loro discrezione decidere quali clienti ammettere.
Autistico sbanca al casinò
Nel film “Rain Man” di Barry Levinson (1988) i fratelli Babbit riescono a guadagnare 80mila dollari al casinò grazie alle eccezionali capacità mnemoniche del fratello maggiore Raymond, affetto da autismo. Il film vide come protagonisti Tom Cruise e Dustin Hoffman, e si aggiudicò l’Orso d’Oro al Festival Internazionale del Cinema di Berlino nell’anno successivo alla sua uscita.
Inoltre, ‘Rain Man’ fu un successo anche nella Notte degli Oscar, vincendo la statuetta come Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (uno straordinario Dustin Hoffman) e Miglior Sceneggiatura Originale.
Nel film c’è anche un po’ d’Italia: la fidanzata di Tom Cruise è infatti interpretata dalla nostra Valeria Golino, attrice e regista nata a Napoli e protagonista di diverse pellicole internazionali, tra le quali anche Hot Shots! e Hot Shots! accanto a Charlie Sheen.
Scomoda presenza
Passando dalla finzione alla realtà, la scorsa primavera il giocatore 32enne Joseph Stiers ha riferito di essere stato estromesso dai casinò del gruppo Caesars perché contava le carte a blackjack. Il provvedimento intrapreso dalla compagnia impedirà di riflesso a Stiers di partecipare all’edizione 2015 delle World Series of Poker. La competizione si svolgerà infatti al casinò Rio, di proprietà del gruppo Caesars.
Chiaramente non è la prima volta che un giocatore viene bandito da un casinò e susseguentemente da tutte le sale di proprietà di un gruppo. Anzi, negli ultimi decenni, i casinò di tutto il mondo hanno sviluppato una sorta di lista nera condivisa, attraverso la quale condividono informazioni e foto dei giocatori scoperti a contare le carte.
Testa a testa contro il dealer
Ma torniamo alle differenze tra poker e blackjack. “Al tavolo del poker tutti i presenti, eccetto il dealer, sono avversari – riporta Jones -. Nel blackjack, invece, l’unico avversario è il dealer”.
Il dealer del blackjack, però, gioca sempre allo stesso modo, mentre i professionisti del poker si differenziano tra loro nello stile. Volendo essere più precisi, tuttavia, neanche il dealer di blackjack rappresenta un vero e proprio concorrente.
Jones definisce il blackjack un testa a testa con le carte. In tutto ciò quanto conta la capacità di prendere decisioni? Praticamente niente, considerato che i professionisti di questo gioco fanno affidamento sulle loro capacità mnemoniche, applicando una strategia prestabilita che si basa su calcoli probabilistici.
Non fraintendeteci: questo non significa che per giocare a blackjack sia sufficiente contare le carte, o altrimenti si è destinati a perdere. Il blackjack è infatti uno di quei pochi giochi da casinò in cui la componente umana ha una certa influenza sull’esito della partita. A prescindere dal conteggio delle carte o meno, sdoppiare due 6 quando la carta scoperta del banco è un asso non è mai una buona idea…
Istintivi o riflessivi?
Un altro aspetto da considerare è il rapporto diametralmente opposto con l’istinto: i giocatori di blackjack, a differenza dei loro colleghi del poker, si affidano all’istinto quando non sanno più che pesci pigliare. Tentare di indovinare è l’ultima cosa che un bravo giocatore di blackjack farebbe.
Un giocatore di poker, invece, si basa molto sull’istinto, l’intuito, la capacità di leggere la mano altrui e di captare i cosiddetti tell, cioè quei comportamenti più o meno volontari che i giocatori hanno quando posseggono un determinato punto, e che se interpretati correttamente possono essere preziosa fonte di informazioni.
La variabile umana
Negli ultimi anni Andy Block, giocatore professionista di blackjack, ha riscosso successo anche ai tavoli delle World Series of Poker (nel 2012 è riuscito a conquistare il braccialetto per l’evento “$ 1,500 Seven Card Stud”).
Come da lui stesso ribadito, rispetto al blackjack nel poker è presente la grande variabile rappresentata dalla componente umana, mentre nel blackjack “è possibile calcolare il vantaggio esatto del giocatore se non si fanno errori”.
Sicuramente un punto che accomuna il poker e il blackjack è una forte componente matematica. Per eccellere sia nell’una sia nell’altra disciplina, occorre una mente capace di calcolare in modo rapido.