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WSOP – Quali sono stati i migliori risultati degli italiani? Braccialetto per 7, comanda Max Pescatori
In tre hanno giocato il Final Table del Main Event: Candio, Butteroni e Sammartino
La storia delle WSOP ha regalato anche diverse soddisfazioni ai tanti italiani che hanno frequentato i casinò che si sono alternati in qualità di sede dell’appuntamento più importante del panorama del poker mondiale. Una serie di risultati che ci ha reso ancor più fieri del nostro movimento, che da quando ha fatto il suo sbarco alle World Series of Poker ha dimostrato di potersela giocare alla pari con i colossi del gioco.
Una storia bellissima che ha avuto inizio quasi 30 anni fa, per la precisione nel 1995 con il primo trionfo messo a segno da Valter Farina. Da allora i nostri connazionali hanno sempre cercato di dare seguito a questo splendido successo. Alla fine dei conti, però, l’Italia ha collezionato dieci braccialetti portati a casa da sette giocatori diversi. E per i nostri colori c’è anche la presenza in un novero speciale di nazioni.
Il nostro, infatti, è uno dei pochi Paesi a poter vantare il successo di almeno un braccialetto sia nella versione “tradizionale”, quella in presenza, sia nella versione online che è stata lanciata di recente. Una situazione che si è rivelata praticamente inevitabile nell’estate del 2020, quando lo scoppio della pandemia di Covid-19 ha costretto gli organizzatori a una vera e propria rivoluzione, che si è però limitata solo a due anni fa. Anche se alla fine dei conti le WSOP online continuano a giocarsi in forma parallela.
Braccialetti italiani WSOP, la prima volta di Valter Farina
Torniamo allora indietro nel tempo di 27 anni per narrare la storia del primo braccialetto vinto da un giocatore italiano alle WSOP. Il suo nome è Valter Farina, giocatore che ha scritto una pagina importante della storia del nostro movimento grazie al successo in un torneo particolare, non molto in voga dalle nostre parti almeno fino a quel momento. Stiamo parlando del torneo nella variante Seven Card Stud da 1.500 dollari di buy-in.
Un risultato di grande spessore su un field non di poco conto, visto che erano ben 241 i giocatori che si sono iscritti, al punto da formare un montepremi da 361.500 dollari. Farina ha giocato l’heads up contro Steve Karabinas, giocatore molto quotato all’epoca dei fatti, portando a casa la prima moneta da 144.600 dollari. Un risultato che in Italia, in un periodo in cui il movimento pokeristico non era ancora molto forte, fu comunque celebrato in maniera importante.
Tra le altre cose, il field del torneo vinto dal buon Valter prevedeva giocatori dello spessore di “Men The Master Nguyen”, uno di quelli che alle WSOP danno del tu in quanto ha vinto ben otto titoli. E da qui la storia dell’Italia alle World Series of Poker è iniziata in maniera molto corposa.
I braccialetti WSOP di Max Pescatori
Quando però parliamo di Italia in relazione alle World Series of Poker, non possiamo non fare riferimento alla figura di Max Pescatori. Il nostro Pirata è sempre stato visto come uno dei giocatori più iconici nella storia del poker di casa nostra. E uno dei motivi per cui è riuscito a costruirsi questa nomea è legato proprio alle sue numerose conquiste ottenute dall’altra parte dell’Oceano, alcune di queste legate proprio alle WSOP.
Sono ben quattro i braccialetti conquistati dal giocatore lombardo, il quale è inevitabilmente il primatista assoluto per quanto riguarda la classifica ristretta ai player italiani. La prima volta di Max è arrivata in un anno speciale per tutto il Paese, ovvero quel 2006 in cui la Nazionale di calcio è riuscita a vincere il suo quarto e ultimo Mondiale. A pochi giorni di distanza dal trionfo di Berlino, Pescatori ha portato a casa l’evento No Limit Hold’em da 2.500 dollari di buy-in, per una prima moneta da 682.389 dollari e soprattutto il primo monile in carriera.
Due anni dopo il Pirata riesce a piazzare il bis nell’evento Mixed Pot Limit Hold’em/Pot Limit Omaha da 2.500 dollari di buy-in. Alla fine il successo gli vale 246.509 dollari di prima moneta oltre alla fama di quel novero ancora non così ricco di giocatori con più di un titolo portato a casa a Las Vegas. Poi è arrivato l’anno di grazia 2015, quello in cui Max Pescatori è riuscito a devastare ancora una volta il field.
L’azzurro, infatti, è diventato uno dei pochi giocatori a portare a casa due braccialetti in una sola edizione delle WSOP. In principio fu l’evento Razz da 1.500 dollari di buy-in, con una prima moneta da 155.947 dollari. Pochi giorni dopo Max ha vinto anche il Seven Card Stud Hi-Lo 8 or Better Championship da 10.000 dollari di buy-in, per un primo premio da 292.158 dollari.
I magnifici sette
Dopo il primo storico successo di Max Pescatori è passato un anno prima di vedere nuovamente l’Italia sul tetto del mondo. Merito di Dario Alioto, che ha trionfato nell’evento Pot Limit Omaha alle World Series of Poker Europe di Londra. Il tutto in un Final Table di tutto rispetto, con avversari del calibro di Tony G ed Andy Bloch. Nel 2008 è toccato anche a Dario Minieri ottenere il suo primo e fin qui unico braccialetto, vincendo il torneo No Limit Hold’em da 2.500 dollari di buy-in.
Passano altri quattro anni prima di poter iscrivere un nuovo nome nell’albo d’oro delle World Series. È quello di Rocco Palumbo: il player genovese ha trionfato nel 2012 nel torneo No Limit Hold’em da 1.000 dollari per quella che è la più grande soddisfazione della sua carriera. Veniamo al 2014 e al trionfo di Davide Suriano. Il pugliese ha trionfato nell’evento Heads Up Championship da 10.000 dollari. Infine nel 2020 arriva il primo storico successo online, con Enrico Camosci che vincendo il Bounty Championship conquista un braccialetto speciale.
Il Final Table del Main Event: da Candio a Sammartino
Ci sono poi tre giocatori che non hanno ancora portato a casa un braccialetto alle WSOP, ma hanno comunque sfiorato l’ingresso nella storia. Sono i tre giocatori che hanno avuto l’onore e il piacere di disputare il Final Table del Main Event, il torneo principe delle World Series of Poker. I loro nomi sono scolpiti nella storia e sono quelli di Filippo Candio, Federico Butteroni e Dario Sammartino.
Correva l’anno 2010 quando il player sardo sorprese tutti, raggiungendo l’ultimo atto del Main Event contro giocatori che sarebbero poi diventati fenomeni come Joseph Cheong e il futuro vincitore, Jonathan Duhamel. Filippo si sarebbe fermato al quarto posto, ma per tanti anni ha lasciato il segno. Cinque anni dopo è stata la volta di Butteroni, player romano autore di un grande torneo. Il suo sogno si è però infranto molto presto, in ottava posizione, per poco più di un milione di premio incassato.
Decisamente più doloroso e appassionante al tempo stesso è il ricordo del Main Event WSOP del 2019. Qui abbiamo sfiorato una grande impresa con uno dei giocatori italiani più forti di sempre, ovvero Super Dario Sammartino. Il player campano è arrivato a giocarsi l’heads up contro Hossein Ensan, di certo non l’ultimo arrivato. Un duello serrato che si è però risolto in favore del tedesco, ma la passione della claque azzurra e le giocate del nostro campione ci hanno tenuto incollati allo schermo per giorni interi.
E chissà che il trionfo solo sfiorato da Dario non possa essere raggiunto al più presto da un nostro portacolori.
Le WSOP 2022 sono ormai alle porte e saranno diversi gli italiani a partecipare, noi di Poker Listings Italia vi terremo aggiornati sull’andamento dei nostri connazionali a voi non resta che seguirci sia su Facebook o tornare nella nostra sezione notizie per non perdervi nulla.