Quanto lasciare sul piatto? Sia nel mondo del poker che in quello delle corse ai cavalli è importante saper calibrare le scommesse e gestire bene il proprio bankroll.
E’ ciò che emerge dai racconti di chi conosce entrambi questi ambienti.
L’uomo dei record
Un esempio è offerto dal russo Konstantin Puchkov, che detiene il record mondiale in fatto di piazzamenti a premio nelle World Series of Poker ed è facile incontrare anche ai tavoli del European Poker Tour.
Oltre a ciò il moscovita Puchkov è proprietario di vari cavalli con i quali gareggia come driver: nel trotto viene così chiamato il fantino il quale, anziché stare in groppa al cavallo come nel galoppo, è seduto su un calessino leggero a due ruote, posto dietro l’animale.
“Sono un semplice appassionato – ha riferito Puchkov in una intervista a Pokerlistings –, ma faccio questo ormai da vent’anni e come driver gareggio nella massima categoria.”
“Nell’ambito del trotto tradizionale ho anche vinto tre competizioni. Alla fine del periodo sovietico comprai una cavalla: Fisalina, questo è il suo nome, diede alla luce nel corso degli anni quattro puledri”.
Poker di cavalli
I nomi dei figli di Fisalina, ha spiegato il giocatore, iniziano tutti con la lettera F: Flush Royal, Free Roll, Full House e Full Tilt Poker, il migliore dei quattro (non dev’essere tuttavia semplice gridare questo nome per richiamare l’attenzione di un animale che si trova a cinquanta metri di distanza).
“Speravo di correre con il logo di Full Tilt Poker sulla tuta – ha rivelato Puchkov -. Poi, però, l’azienda è fallita”.
Eclettismo russo
Poker ed equitazione, così come gli scacchi e il backgammon sono tuttavia dei semplici hobby per il matematico sessantenne Puchkov, che negli anni della Russia sovietica ha ricoperto l’incarico di dirigente contabile e dopo il crollo del regime ha saputo riciclare queste competenze presso una piccola casa editrice.
Scommesse eccentriche…
Tra i giocatori più illustri con il pallino dell’equitazione è possibile ricordare il compianto Amarillo “Slim” Preston, che in una delle sue “prop bet” scommise sulla possibilità di percorrere mezzo miglio appeso alla coda di un cavallo.
…e passioni giovanili
Le corse ai cavalli interessarono in gioventù anche il giocatore italiano Max Pescatori, come da lui stesso rivelato qualche tempo fa durante una puntata del programma di Mtv “Il Testimone”.
Le montagne russe di Marco Baldini
Sempre restando in Italia, il conduttore radiofonico Marco Baldini, noto per il suo sodalizio artistico con Fiorello, riferì nel 2005 in un’intervista al Corriere della Sera della sua passione per poker e cavalli, a motivo della quale totalizzò rispettivamente la vincita e la perdita più consistenti.
“Nel 1994 in una settimana di scommesse sui cavalli persi 100 milioni” raccontò Baldini, che nello stesso periodo ebbe tuttavia modo di rifarsi almeno in parte una sera durante una partita a poker:
“Sessanta milioni di lire, a Milano. Ero contento, non tanto per i soldi ma perché nessuno aveva mai vinto una cifra così”.
Baldini, che non ha mai nascosto i suoi problemi con la ludopatia, diede alle stampe nel 2005 l’autobiografia “Il Giocatore (ogni scommessa è debito)”, mentre nel 2007 partecipò insieme ad altri personaggi famosi a una partita di poker trasmessa su Sky.
Poker e cavalli nella “Milano da bere”
Nel periodo della “Milano da bere” le occasioni per scommettere con il poker e i cavalli sicuramente non mancavano.
Ne sa qualcosa anche l’eclettico Giulio Cavalera, proprietario delle scuderie “Il Gabbiano”, per un ventennio a cavallo tra la fine degli anni Settanta e i Novanta, oltre che appassionato giocatore di poker e autore di romanzi.
Di recente il 65enne Cavalera ha assistito a malincuore alla chiusura dell’ippodromo della “sua” Milano, conseguenza a suo dire di un’errata programmazione culturale che ha portato anche al declino dell’ippica.
Giochi “di nervi”
“Poker e corse ai cavalli hanno qualcosa in comune? Non saprei, forse il fatto che sono in un certo senso ‘giochi di nervi’, nei quali i colpi di scena sono piuttosto frequenti – spiega Cavalera, che oggi lavora nel ramo assicurativo -.
Ormai da qualche anno non gioco più a carte. Ma spesso nei miei romanzi sono presenti spunti autobiografici.
In ‘Troppo tardi’, per esempio, cito in più occasioni il gioco del poker. In questo periodo, invece, sto scrivendo una storia di ispirazione noir ambientata nel mondo delle corse al trotto”.
Come il poker può aiutare l’ippica
Pokeristi e appassionati dell’ippica non hanno vita facile nel Bel Paese, tra problemi di varia natura che paiono causati prevalentemente da una legislazione penalizzante.
Anche in California, però, le cose non sembrano andare molto meglio, come riporta un articolo di 10news.com dal titolo emblematico: “Quanto il poker online è connesso con le corse ai cavalli?”.
Molto, è la risposta che si evince leggendo il pezzo di Jeff Lasky, il quale evidenzia i legami tra gioco online e “terrestre”, poker room e corse ai cavalli (la gestione del gioco d’azzardo in California è affidata alle tribù di nativi indiani).
Il servizio raccoglie anche le lamentele di Josh Rubinstein, direttore operativo dell’ippodromo di San Diego “Del Mar”: secondo Rubinstein è la scarsità di denaro a tenere lontani i cavalli migliori dalla California.
Il piatto “piange”
E per quale motivo il piatto “piange”? Le strutture più “blasonate”, afferma Rubinstein, si trovano non a caso in altri Stati dove i gestori degli impianti possono aprire senza problemi il loro casinò online o “brick and mortar”: le case da gioco rappresentano infatti una grande fonte di liquidità anche per gli ippodromi.
In ostaggio degli indiani?
Diversamente che in altri Stati americani, in California la gestione del gioco d’azzardo spetta alle tribù indiane. E non tutte consentono agli ippodromi di aprire facilmente un sito di poker online: a volte le trattative possono essere molto difficili.
Morti sospette
Proprio qualche giorno fa, alla fine di agosto 2016, l’ippodromo Del Mar è finito nel mirino dell’ex deputata californiana Lori Saldaña, che ha notato un’impennata dei decessi dei cavalli oltre che degli infortuni degli operatori che lavorano nella struttura: nell’ultima stagione, denuncia Saldaña, sono morti circa 20 equini.
In virtù di una legge del 2016, la “Internet Poker Consumer Protection Act” (per la protezione dell’utente del poker online), anche l’ippodromo Del Mar può beneficiare di sovvenzioni statali volte a ripianare almeno in parte le minori entrate registrate negli ultimi tempi dal settore delle corse ai cavalli.