Facebook e Twitter irrompono anche sul tavolo verde, per fidelizzare il pubblico, informarsi e difendersi dagli attacchi. Ma non tutti sembrano gradire.
Alcuni guardano l’I-pad, altri il telefonino. Chi per controllare la mail e navigare liberamente su Internet, chi per aggiornare in tempo reale fan e simpatizzanti.
Sul piatto, però, ci sono spesso decine di migliaia di euro: fa specie notare l’apparente indifferenza dei giocatori di poker, che continuano a rimanere ‘connessi’ con i loro dispositivi anche durante la manche.
Smanettoni al tavolo verde?
Spesso, i colleghi al tavolo più avanti con gli anni non sembrano gradire questo comportamento, un po’ come i genitori alle prese con un figlio adolescente che a tavola “smanetta” troppo con il cellulare.
Anche Padraig Parkinson, icona del poker irlandese, avrebbe rivelato la sua insofferenza verso i giovani pokeristi online quando giocano ‘live’, sempre alle prese con i loro smartphone.
E nei lunghi tornei durante le pause c’è spesso qualcuno che si “distende” con l’I-Pad per una partita online, magari seguendo contemporaneamente più tavoli da gioco.
E’ quindi proprio impossibile rimanere disconnessi dalla rete, almeno durante i live?
“Molte persone ci seguono, famiglie incluse. Tutti vogliono seguire i tornei insieme a noi, avere aggiornamenti continui” aveva riferito a Pokerlistings il catanese Luca Moschitta, il più giovane SuperNova Elite del mondo.
In occasione del suo 24esimo compleanno Sofia Lövgren, fidanzata di Moschitta e giocatrice svedese, ha regalato attraverso Facebook una bottiglia di Dom Perignon e alcuni biglietti omaggio per il torneo Wellbet’s Home.
Gli stessi social network da tempo hanno un occhio di riguardo per gli amanti del poker. Facebook, per esempio, mette a disposizione dei suoi iscritti Zynga Poker, World Series of Poker e Akamon Poker Texas Hold’em. L’accesso è gratuito ma è possibile guadagnare le fiches durante il gioco o acquistarle con carta di credito.
Alcuni giochi, però, prevedono il vincolo di avere un profilo su Facebook, un aspetto per il quale alcuni storcono un po’ il naso.
Non mancano inoltre i social network appositamente dedicati al mondo del Poker: all’estero abbiamo TiltBook e Pokerspace, mentre in Italia ha da poco preso piede Facce da Poker.
[Leggi anche: La Top 5 dei Poker Player più Social in assoluto]
Dicevamo, anche i pokeristi non rinunciano a dire la loro sulla rete, fuori o durante le partite: lo stesso Parkinson sembra abbastanza attivo su blog e social network.
Un noto sito italiano del settore ha aperto un’apposita rubrica dedicata ai commenti postati dai pokeristi sui social.
Una delle notizie maggiormente condivise negli ultimi giorni è stata la morte del giocatore Mehmet Hassan, trovato assassinato nella sua casa di Londra poco dopo che aveva vinto 3mila sterline al casinò di Palm Beach.
Filippo Candio si difende con i tweet
Sempre sui social, è rimbalzata la vicenda del giocatore cagliaritano Filippo Candio, oggetto di accertamenti da parte della Guardia di Finanza: la notizia, dapprima diffusa da “La Nuova Sardegna”, è stata ripresa anche da Canale 5.
Oltre a Candio, nell’ambito dell’operazione Stealth sono finiti sotto la lente delle Fiamme Gialle 25 professionisti sardi tra i quali anche l’ex calciatore Joaquin Larrivey e il cantante Marco Carta.
A Candio, in particolare, sarebbero state contestate alcune vincite nei tornei all’estero. Molti tra gli addetti ai lavori nel mondo del poker hanno definito quello di Canale 5 un servizio “tappabuchi”, che riprendeva notizie già vecchie.
Lo stesso giornalista di Mediaset autore del pezzo, interpellato su Twitter, aveva ammesso: “Mio errore firmare un pezzo in cui non mi riconosco”.
Oltre a condividere con i fan la sua nuova paternità, il 30enne Candio ha inizialmente paventato su Facebook una sua uscita dal mondo del poker: “Il PPT di Campione d’Italia sarà probabilmente l’ultimo che giocherò”.
Qualche giorno dopo il giovane giocatore ha declinato l’invito di un’intervista a Canale 5: “Sostengo che distrarre la nazione in questo momento dai problemi reali per prendermi una sorta di rivincita (con chi poi non so) sia contro i miei doveri di buon cittadino.
Il mondo del ‘gioco’ non viene sfruttato dai media per chissà quale progetto antiazzardo ma solo perché tutti sono d’accordo a discriminarlo e poiché distrae la gente dai veri problemi ahimé gravissimi che l’Italia sta attraversando”.
Un rapporto conflittuale quello tra Poker e Media in Italia
Sempre il caso Candio, ha aperto il dibattito su un’altra questione: come si chiede lo stesso Tg5 alla fine del servizio una vincita al tavolo da gioco, per di più all’estero, può davvero essere considerata un guadagno?
Diversi tra gli addetti ai lavori biasimano l’atteggiamento superficiale dei media generalisti nei confronti del mondo del poker: televisioni e giornali sarebbero pronti solamente a condannare questo settore per partito preso, senza però approfondire l’argomento.
Quando si parla degli effetti negativi del gioco d’azzardo, tra l’altro, vengono raramente menzionate le slot machine, che forse per loro natura incoraggiano maggiormente un comportamento compulsivo da parte degli utenti.
In questo senso i social network possono rappresentare per gli appassionati del poker un’utile piattaforma attraverso la quale offrire un’informazione più approfondita e competente, in un rapporto di vivace dialettica con gli altri mezzi di informazione.
Esattamente come è stato in “Il Testimone” di Pif alle prese con Max Pescatori e il mondo del poker: