E’ legale giocare texas hold’ em dal vivo? La questione rimane controversa, anche se di fatto la presenza di un limbo legislativo consente più o meno di fare ciò che si vuole.
Di fatto, la legge italiana non permette l’organizzazione di tornei di texas hold’em dal vivo senza una concessione rilasciata direttamente dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli (ADM) e contravvenire a quanto stabilito dall’articolo 24 dal titolo “Adeguamento comunitario di disposizioni tributarie” della legge “comunitaria” 88/2009 corrisponde a una violazione di diritto amministrativo, come riconosciuto dal Consiglio di Stato e dai tribunali regionali (TAR).
Tuttavia, nonostante la magistratura penale sembri più restia a ravvisare il reato previsto dagli articoli 718 e 720 del codice penale (riguardanti, rispettivamente, Esercizio di giochi d'azzardo e Partecipazione a giuochi d'azzardo), restano alte le probabilità di una segnalazione ai danni sia dei titolari dei circoli che dei giocatori.
In sostanza giocare texas hold’ em dal vivo dovrebbe essere legale nei tornei di poker sportivo con un’esigua quota di iscrizione nell’ordine di poche decine di euro e senza possibilità di rientro. Forze dell’ordine e Procure appongono spesso i sigilli ai circoli di poker, anche se poi i Tribunali ne consentono la riapertura. Diversi sono, infatti, gli episodi di cronaca che hanno fatto registrare la riapertura di circoli a seguito di una mutata decisione da parte della Cassazione o a seguito di decisioni di altri soggetti coinvolti nel procedimento penale.
Circa un anno fa una sentenza della Corte di Cassazione ha disposto il dissequestro del locale “Il Diamante” di Tortona, in provincia di Alessandria, rigettando il ricorso presentato dalla Procura dopo che il Tribunale del riesame aveva dato ragione ai titolari dell’esercizio.
La stessa sentenza cita una legge dell’agosto del 2006, la quale sostiene che “i giochi di carte di qualsiasi tipo, qualora siano organizzati sotto forma di torneo e nel caso in cui la posta in gioco sia costituita esclusivamente dalla sola quota di iscrizione, sono considerati giochi di abilità”.
Mille sale e mille promesse
Secondo un’altra legge del luglio del 2009 entro il primo gennaio 2013 l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli avrebbe dovuto predisporre un bando per l’apertura di mille nuove sale da poker in Italia.
Con una nota a ridosso della scadenza, però, Aams aveva precisato: per indire gare d’appalto è necessario un regolamento attuativo che però ancora non esiste. “La mancata emanazione delle prevista regolamentazione – riporta sempre la sentenza della Cassazione – è stata giudicata penalizzante per le aspettative delle imprese, dei cittadini e degli enti”: per questo motivo nel 2011 il Tribunale amministrativo regionale pugliese ha dato ragione all’operatore privato in un contenzioso con la Questura di Taranto, che aveva proibito l’organizzazione di un torneo a Campomarino. (maggiori info su republica.it: Un buco nero delle “poker room” e il regolamento può attendere)
Il poker è fortuna, il texas hold ‘em no
La Cassazione opera un distinguo tra poker tradizionale e Texas hold ‘em, a seconda della preponderanza del caso sull’abilità. “In linea generale, il poker tradizionale è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi d’azzardo, in quanto rispetto all’abilità del giocatore risulta comunque preponderante l’alea, mentre la durata delle partite e l’entità delle poste risulta indefinita. La variante Texas hold ‘em del gioco ripete, in astratto, tali caratteristiche, cosicché non può a priori escludersi la natura d’azzardo”.
In questo caso, però, “l’organizzazione di tornei con posta in gioco costituita esclusivamente dalla sola quota di iscrizione, l’assegnazione di un numero uguale di gettoni, di valore solo nominale, senza possibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni, non costituisce gioco d’azzardo quando risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico”.
Una questione vecchia come il poker
La questione se il poker sia un gioco di abilità o di fortuna si ripete come un mantra fin dalle origini di questo gioco.
Nel 1870 in un saggio dal titolo “Conoscenza o fortuna” lo scrittore Mark Twain raccontò la storia di dodici studenti arrestati per aver giocato a poker: il giudice assolse i giovani sostenendo che il poker era un gioco di abilità.
Non è azzardo ma si chiude lo stesso
Dopo la chiusura di un circolo di Olbia da parte dei carabinieri filmato dalla trasmissione “Le Iene”, anche Alessandro Carluccio ha chiesto al professionista Roberto Sabato se giocare live a poker è consentito dalla legge. “Sì, è legale – aveva affermato Sabato durante un’intervista pubblicata su YouTube –. Alla fine tanti giudici hanno fatto cadere queste denunce. Il poker sportivo non è gioco d’azzardo”.
Il vice questore al tavolo verde
Sul suo blog Roby S. ha inoltre ammesso che nella sua regione, la Puglia, diversi esponenti delle forze dell’ordinecome poliziotti e finanzieri hanno manifestato interesse per questo gioco, e non in quanto inquirenti: “Ho avuto l’onore di giocare con il vice questore di Bari” scrive tra l’altro Sabato.
Niente restrizioni per il poker online
Tra i giocatori sorpresi a Olbia c’era anche Davide Nughes: “In Italia giochiamo il poker in due formule diverse, live e online – aveva detto Nughes, intervistato da un’emittente locale -. In una finisci indagato per gioco d’azzardo, in un’altra no, l’assurdo è questo. Il poker sportivo in formula torneo non dovrebbe essere vietato: nel momento in cui prima di iniziare una partita conosco già la cifra massima che andrò a perdere, che è la quota di iscrizione al torneo, viene meno anche l’elemento dell’azzardo. Aams vigila su ogni euro giocato e ne prende una percentuale, consentendo ai giocatori di rovinarsi in questo modo perfettamente legale (riferendosi invece al gioco online, ndr)”.
È reato giocare dal vivo, se è lecito farlo online?
Un caso simile si è registrato anche a Genova dove, nella notte tra il 15 e il 16 giugno 2010, sono stati apposti i sigilli al circolo A.S.D. Nuova San Giuliano e sono state denunciate 20 persone, oltre i titolari del locale.
Anche questo caso ha evidenziato come la giurisprudenza in materia sia molto ambigua. Dopo appena due mesi, infatti, il procedimento è stato archiviato. Il GIP ha accolto le motivazioni del Pubblico Ministero: nel torneo non era previsto il rebuy (uno degli elementi del reato) e, se un gioco è lecito quando è svolto online, questo non può assumere valenza di reato se svolto dal vivo.
Il caso di Segrate
Nel dicembre del 2012 carabinieri e Polizia locale hanno posto sotto sequestro il circolo “Play and win” di Segrate, alle porte di Milano, dopo che un agente infiltrato ha appurato che al suo interno si svolgevano partite di Texas Hold ‘em.
Nel corso dell’operazione, chiamata “All in”, sono state denunciate 34 persone per gioco d’azzardo (tre erano i gestori del locale). A questo si è aggiunto il sequestro di 40 mazzi di carte da gioco e di 1900 euro in contanti.
Nel febbraio successivo i legali di “Play and win” sono riusciti a ottenere dal Tribunale la restituzione dei locali, ma sono rimasti sotto sequestro carte, fiches e soldi.
Il solito schifo tutto italiano…con tanti problemi seri che ci sarebbero da risolvere…mah…