Da Mordecai Yerushalmi ai giorni nostri: 37 anni e non sentirli. La storia completa dei braccialetti più famosi del poker che ogni giocatore vorrebbe vincere.
Anche se sembra difficile da credere, c’è stato un tempo in cui le WSOP non facevano rima con la parola “braccialetto” ed in cui i vincitori degli eventi più importanti delle World Series neppure si curavano di portare a casa un piccolo ed insignificante gioielletto da appena 500 dollari offerto dall’organizzazione del torneo.
Poi, un giorno, un signore chiamato Mordecai Yerushalmi è comparso sulla scena – e tutto ha cominciato a cambiare. Per sempre.
Correva l’anno 1976…
…E nonostante a Las Vegas le World Series of Poker fossero da sei anni una realtà già consolidata tra gli appassionati del gioco, quella che un giorno sarebbe diventata la competizione pokeristica più seguita e desiderata al mondo non riusciva ancora a decollare.
Pochi iscritti, pochi premi, pochi eventi e neppure un torneo satellite: insomma, se mai c’è stato un tempo in cui le WSOP non erano quello che conosciamo oggi al punto da rischiare la propria sopravvivenza – beh, senza dubbio è stato quello di cui stiamo parlando adesso.
Eppure siamo in anni in cui, seppure in tutta Las Vegas non si contassero più di una cinquantina di tavoli da poker, i posti di gioco venivano sistematicamente occupati da nomi destinati a fare la storia del poker mondiale come quelli del compianto Amarillo Slim, dell’ancora oggi indomabile Doyle Brunson e di quello straordinario Stu Ungar destinato di lì a poco (nel bene e, purtroppo, anche nel male) a diventare una delle icone più incancellabili del gioco.
Dicevamo – correva l’anno 1976 quando gli allora organizzatori delle World Series of Poker si trovarono alla ricerca di un quid in grado di rendere la vittoria di uno dei (pochissimi) eventi inseriti in calendario decisamente più memorabile di quanto non fosse accaduto dalla prima edizione del torneo datata 1970.
Una coppa? No. Troppo fuori tema.
Una medaglia? Ni. Funziona sempre ma non è mai troppo eccitante.
Allora perché non…un braccialetto? Magari d’oro, magari un bel braccialetto prezioso da tenere al polso durante le proprie partite ed esibire ai propri avversari ad ogni mano di gioco.
In fondo, nessuno gioca con una coppa accanto così come nessuno ha voglia di andare in giro con strane medaglie al collo in memoria di passati trionfi.
Ma – un braccialetto…in fondo, perché non un braccialetto?
Dagli esordi ai “magnifici” anni Ottanta
Detto, fatto. L’edizione del 1976 delle World of Series of Poker diventa quindi la prima ad accompagnare i premi in denaro con dei braccialetti commemorativi per i successi ottenuti ai tavoli – come diventa anche la prima a decretare il flop di quella che non sembra rivelarsi come una trovata di grande successo.
Perché per quanto i braccialetti siano realizzati in oro, hanno un design talmente brutto e spartano che non riescono a dare quella spinta in cui molti speravano per far decollare le WSOP e sdoganare un evento di poker che, incredibile visto che si parla di Las Vegas, sembra comunque camminare con il freno a mano tirato.
“Il primo braccialetto della mia carriera non aveva praticamente alcun valore per me”, dirà anni più tardi proprio Doyle Brunson – primo vincitore del primo braccialetto messo in palio nel 1976 – ricordando anche di aver snobbato il trofeo al punto di non essersi neppure presentato a ritirarne qualcuno.
Il che non dovrebbe stupire nessuno, visto che parliamo di un braccialetto in oro del valore di appena 500 dollari realizzato troppo in fretta per lasciar spazio all’estetica.
La svolta si chiama Mordecai Yerushalmi
Le cose però cambiarono rapidamente quando uno dei gioiellieri più “hip” della Las Vegas del tempo – Mordecai Yerushalmi - riuscì a vincere la gara indetta per la creazione di nuovi braccialetti WSOP nella speranza che questi riuscissero là dove i precedenti avevano fallito: interessare il mondo.
Arrivato negli Stati Uniti da Israele soltanto nel 1973 in compagnia della moglie Vicky, Mordecai Yerushalmi aveva solo da pochi anni aperto una sua piccola gioielleria a Las Vegas (nel 1976, stesso anno dei primi braccialetti. Una coincidenza?) che nell’arco di pochissimi mesi era riuscita a guadagnarsi una reputazione tale da veder addirittura Elvis Presley tra i suoi clienti.
Detentore unico sui diritti dei braccialetti tra gli inizi degli anni Ottanta ed il 2004 - data in cui la Harrah’s Entertainment ha acquistato tutti i diritti relativi alle WSOP dalla gestione precedente - Yerushalmi ha cercato di mantenere una certa costanza nella creazione dei suoi “gioielli per campioni” come si può vedere dai tre braccialetti nella fotografia qui accanto vinti da Daniel Negreanu nel 1998, 2003 e 2004.
Braccialetti a parte, poi, la storia del gioielliere di origine israeliana Mordecai Yerushalmi e dell’ascesa delle WSOP da evento “ad alto potenziale” a vera e propria icona del mondo del poker sembrano davvero sorprendentemente legate.
Se da una parte, infatti le WSOP cominciavano ad attirare un numero sempre maggiore di iscritti passando dagli appena 52 partecipanti dell’edizione del 1982 agli oltre 2.000 del 1987 – dall’altra il giovane Mordecai riusciva a costruire un vero e proprio impero del lusso aprendo filiali nei più grandi casinò di Vegas e creandosi un portfolio di clienti capace di includere personaggi come Mike Tyson, Joe Pesci, Chuck Norris, Bill Cosby e Robert De Niro.
I braccialetti del nuovo millennio
L’avvento degli anni Duemila, il passaggio del marchio delle WSOP alla Harrah’s e la definitiva esplosione del poker come fenomeno di massa di livello mondiale portarono poi ad una svolta ancora più decisiva nella storia dei braccialetti delle WSOP – trasformando quegli anonimi pezzi d’oro di un tempo in veri e propri gioielli di culto per gli amanti del gioco e delle cose di valore.
Passati dalle mani dell’artigiano e gioielliere ebreo Mordecai Yerushalmi a società sempre più specializzate come la Gold and Diamond International di Memphis (2005), la Frederick Goldman Inc. (2006) e la Corum (2007), i braccialetti destinati ai polsi dei campioni WSOP cominciarono dunque ad arricchirsi in materiali e valore al punto da diventare dei veri e propri capolavori di oreficeria.
Grazie al lavoro certosino della Frederick Goldman, ad esempio, il campione delle WSOP 2006 Jamie Gold riuscì a portarsi a casa un braccialetto (nella foto) realizzato con ben 259 pietre preziose tra le quali diamanti per 7.2 carati, rubini, zaffiri e 120 grammi di oro bianco e giallo.
Soltanto un anno dopo, con l’avvento della Corum, il braccialetto ufficiale delle WSOP venne presentato in diverse versioni tra le quali una standard - con 53 diamanti -, una destinata alla vincitrice del Ladies Event – 4 diamanti neri e due rubini -, una destinata al vincitore dell’evento 50.000$ HORSE – 91 diamanti neri e due rubini – ed una per il Main Event con 120 diamanti e 135 grammi di oro bianco a 18 carati.
Insomma, qualcosa di ben diverso dal “pezzo d’oro” da 500 dollari che per primo aveva cercato di impersonare lo spirito delle World Series of Poker.
Che braccialetti si vincono oggi alle WSOP?
Ironia della sorte, proprio ora che le WSOP sono diventate talmente importanti da non aver più bisogno di offrire diamanti e per convincere i giocatori della fondamentale importanza di vantare un braccialetto nella propria bacheca, la fattura dei premi riservati ai campioni degli eventi in programma è diventata più preziosa che mai.
Passati dagli Stati Uniti all’Australia in seguito alla firma di un contratto che ne assegna la loro realizzazione alla OnTilt Design Pty – una società specializzata in abbigliamento ed accessori per poker originaria della Gold Coast australiana ma oggi con una stabile sede a Las Vegas – i braccialetti WSOP hanno continuato il loro cammino verso il lusso più esclusivo culminando nell’autentico capolavoro da polso vinto da Antonio Esfandiari al termine del Big One for One Drop, il torneo con buy in da 1.000.000$ di un anno fa.
Oltre ad una prima moneta da oltre 18 milioni di Dollari, “magic” Antonio ha infatti potuto permettersi l’onore di mettere al polso un’incredibile braccialetto realizzato in platino realizzato specificamente per l’evento.
Qualche curiosità sui braccialetti delle WSOP
Lo sapevate che…
…andando a Las Vegas è ancora possibile visitare il primissimo negozio di Mordecai Yerushalmi? Nonostante la sua società sia diventata un gigante nel mondo della gioielleria, Yerushalmi conserva ancora il suo “storico” indirizzo di Western Avenue a Las Vegas?
…il successo della “the Jewelers” di Mordecai Yerushalmi ha portato la sua gioielleria ad apparire in numerosi serial tv come CSI Las Vegas e film come “Casino” di Martin Scorsese (nel quale Mordecai appare anche in qualche scena), Analyze This e Rush Hour 2?
…la gioielleria di Mordecai Yerushalmi è stata votata come “miglior gioielleria di Las Vegas” nel 2008?
…l’Italia conserva 6 braccialetti WSOP vinti da Max Pescatori, Dario Alioto, Valter Farina, Dario Minieri e Rocco Palumbo?
… ben 842 braccialetti WSOP sono stati vinti da giocatori americani?
…il player ad aver vinto il maggior numero di braccialetti WSOP /WSOPE della storia è Phil Hellmuth con i suoi 13 trofei?
…durante il 2013, per la prima volta nella storia, le WSOP distribuiranno 5 braccialetti alle WSOP Asia-Pacific (APAC) oltre a quelli in programma per le WSOP di Las Vegas e le WSOP Europe?